Capitolo XIII. LA GRANDE OFFENSIVA ITALIANA. QUASI come monito di ciò che gli Italiani sapevano e potevano fare, e come esempio dei metodi più civili e più umani con cui era condotta la nostra guerra, nell’ agosto del 1918 una pattuglia di otto velivoli, comandata da Gabriele D’Annunzio, compiendo un percorso di circa mille chilometri, raggiungeva la capitale nemica, Vienna, e lanciava manifesti, incitanti la popolazione ad insorgere contro il partito militarista ed affamatore. Sarebbe stato facile ai nostri aviatori seminare la strage e la morte su quella e su altre città nemiche lungo il percorso : preferirono invece mostrare che avrebbero potuto nuocere, se avessero voluto. Verso la fine dell’ agosto e i primi di settembre parve che la nostra offensiva stesse j .1 essere sferrata ; vivaci azioni preparatorie, più intensi bombardamenti delle linee avversarie, altri sintomi, che non sfuggirono all’ attenzione delle persone più esperte, fecero credere che da un momento all’ altro il nostro esercito stesse per piombare sull’awersario. Sul Grappa, in Val Brenta, sull’altipiano di Asiago parecchie posi- - 88 -