E. molle lodi menta il popolo nostro, che sopportò in silenzio, con ferma fede, le privazioni d’ogni specie che gli sono state imposte, perchè l’esercito e la marina avessero il necessario alimento e i mezzi per combattere. Tutti soffnrono penuria e limitazioni di viveri, di carbone, di mezzi di riscaldamento e di illuminazione ; ebbero pane scarso e cattivo, furono quasi privati della carne, dei grassi, dei condimenti, dello zucchero ; specialmente nelle città della zona di guerra, esposte alle minacce degli aereoplani nemici, la privazione della luce, la limitazione dei servizi ferroviari, telegrafici, telefonici, postali è stata assai grave e dannosa ; ma tutto è stato sopportato con pazienza e senza lamenti. Se in qualche luogo vi furono scatti d’intolleranza, essi si devono alla nefasta opera di coloro che, ub-briacati da teorie di impossibile attuazione, sobillarono il buon popolo nostro e se ne fecero strumento per i loro fini colpevoli. La grandissima maggioranza del popolo italiano dalle privazioni e dalle violenze nemiche sentì rinvigorire la sua energia, la sua ferma volontà di combattere contro l’odioso nemico ; comprese la necessità di raddoppiare gli sforzi per giungere alla vittoria. Nè meno bella fu la condotta delle popolazioni nelle terre devastate dalla furia nemica. A Venezia, a Padova, a Treviso, a Mestre, a Verona, a Vicenza, a Schio, sotto l’infuriare dei bombardamenti 153