nella città dopo i successivi internamenti di tutti i sospetti di sentimenti italiani, i nostri soldati non incontrarono più resistenza nell’esercito nemico, ormai in pieno sfacelo. E con Trento vennero occupate tutte le altre città della regione. Quanto a Trieste, essa si era liberata da sè fin dal 30 ottobre. La notizia delle grandi vittorie italiane, della precipitosa ritirata austriaca era giunta la sera innanzi. Senza curarsi di ciò che avrebbero potuto fare le autorità politiche e militari, spalleggiate da ben 3000 soldati che presidiavano la città, i Triestini tutti al grido di Viva /’ Italia avevano imbandierato col tricolore le loro case : avevano issata la bandiera della patria sul palazzo di città e sul campanile di San Giusto ; avevano formato un Comitato Provvisorio, con a capo l’ex podestà destituito dall’ Austria, costringendo il governatore a cedergli tutti i poteri. Quindi avevano telegrafato al Comando in Capo della Piazza forte italiana più prossima (che è Venezia), chiedendo 1 intervento della nostra armata navale, del nostro esercito, ed offrendo la città e il suo territorio alla grande madre, all’ Italia. Era una delle cento figlie d’Italia, che chiedeva di rientrare nelle braccia materne. E il solenne rito della presa di possesso si compiè, com’era giusto, dal mare. Il cacciatorpediniere Audace portò il 3 Novembre il governatore italiano e un piccolo nucleo di soldati e di marinai, accolti fra nembi di fiori, tra cordiali applausi di tutto il popolo. - 96 -