o abbandonata, altre cause d’indole strettamente strategica, fra cui il basso livello delle acque dei fiume, facilmente guadabile, consigliarono il ripiegamento verso la linea del Piave. Esso si compiè con una sene di combattimenti di retroguardie nostre, le quali ancora una volta mostrarono al superbo nemico che, se aveva potuto vincere con la straboccante superiorità del numero masse poco compatte, l’esercito dell’ Italia era ancora saldo di cuore e di spiriti. A perpetua memoria resterà il valore, celebrato anche dai nemici, della 36a divisione, che, bloccata dal nemico su Monte Festa, nelle Prealpi Carniche, e assalita da ogni parte, resistè ben cinque giorni senza viveri nè munizioni ; e poi si apri un varco colla baionetta alla mano fra le folte schiere dei Tedeschi e dei Croati, accanitissimi contro di noi allora, come sempre. Così pure la 4a divisione, che formò la retroguardia della III Armata, a prezzo del più grande sacrifizio di sangue permise alle altre divisioni di ritirarsi verso il Piave. E speciale benemerenza ebbero pure gli aviatori, così dell’ esercito come della marina, i quali a prezzo di grandi sacrifizi, ruppero i ponti, molestarono le irrompenti schiere nemiche, protessero il salvataggio delle artiglierie e dei parchi. Questi episodi di valore, diffusamente narrati, sollevarono un pò gli spiriti depressi dalla inaspettata ed immeritata sciagura, dallo spettacolo pietoso delle popolazioni delle tene invase, raminghe per l’Italia - 73 -