L’Albania sorta di sfruttamento, la costituzione di un corpo di gendarmeria ecc. (1). Nel memoriale del 10 dicembre la Delegazione italiana osservava che la discussione delle frontiere albanesi doveva limitarsi solo a quelle meridionali, essendosi già stabilito che le frontiere a nord e a est, fissate nel 1913, non potessero subire restrizioni, che metterebbero il futuro Stato albanese in condizione di non poter sussistere. A tal proposito si ricordava che nel 1913 le regioni albanesi di Ipek e Giacova erano state annesse alla Serbia e al Montenegro. Il 2fi dicembre mons. Burnii presentò una nota in cui, protestando contro le trattative che si facevano a danno dell'unità territoriale dell’Albania, osservava che in ultima analisi gli argomenti addotti in appoggio delle varie pretese erano, pei jugoslavi, considerazioni strettamente economiche, e pei greci, una questione di ortodossia. Quanto agli italiani tutta la loro preoccupazione tende alla realizzazione della loro preminenza sull’Adriatico. Per evitare i pericoli che minacciavano l’Albania si dichiarava pronto a fare tutte le concessioni compatibili con l’integrità territoriale, l’indipendenza e la sovranità dell’Albania. Perciò : (1) Cfr. in appendice, doc. X. 82