L’A l b a n i a hanno preso una deliberazione solenne e fausta: quella di stringere con legami indissolubili il proprio popolo al popolo italiano, offrendo, quale pegno supremo, la Corona d’Albania all’Augusta Maestà di Vittorio Emanuele III. (La Camera scatta in piedi acclamando fervidamente — Grida reiterate di: Viva il Re!). La deliberazione, che definisce e consacra in tal modo la volontà del popolo albanese, attraverso l’accettazione Sovrana, e la decisione del Gran Consiglio, è stata fatta sua dall’intero popolo italiano: i destini dell’Italia e dell’Albania sono ormai uniti per sempre (Vivissime acclamazioni). L’unione italo-albanese è un evento consacrato alla nostra storia ed affidato al nostro onore : non vi è forza umana che possa tentare di modificarlo, senza provocare la compatta e solidale reazione dei due popoli. (Applausi calorosi). Di ciò faranno bene a rendersi conto quanti ancora inconsultamente si agitano per intorbidare più del necessario le già abbastanza incerte acque delle relazioni internazionali. (Vive approvazioni). Quanto in Albania è avvenuto trova la sua genesi, la sua spiegazione nella storia, nella realtà e nel diritto. Le polemiche e i dibattiti parlamentari che in questi giorni hanno avuto luogo all’estero sono stati seguiti da noi con la dovuta attenzione, fi recentissimo il discorso pronunciato ai Comuni dal Primo Ministro Rritannico, Signor Neville Chamberlain. Egli ha fatto una lunga e minuziosa narrazione degli avvenimenti basata su informazioni che avrebbero meritato un più severo controllo (Approvazioni): debbo inoltre obiettare che, troppo preoccupato di narrare la cronaca, egli ha dimenticato la storia.