L’Albani a il suo sbocco nell’assunzione al trono dello stesso presidente della Repubblica, che prese il nome di Zog I, e che fu legalizzata con la nuova costituzione monarchica del 1° dicembre 1928 (1). Veramente singolare è la condotta di Zog nel successivo decennio. Nonostante gli impegni assunti con gli accordi del 1926-1927 egli non esita ad assumere un atteggiamento equivoco, e persino ostile, verso l’Italia, non appena ritiene che l’andamento della situazione internazionale tolga all’Italia la libertà di movimento, salvo a mutar rotta quando si accorge di aver errati i calcoli. Intorno a lui e con lui si agita un’oligarchia, piccola ma senza scrupoli, spietata e rapace. I benefici che l’Italia vuol assicurare alle masse popolari finiscono per andar a vantaggio di Zog e della sua oligarchia. E le masse, insofferenti, ma non capaci di scuoterne da sole il giogo, guardano all’Italia, la quale delle malefatte regie non rigetta il danno sul popolo albanese e continua la sua opera di amicizia, lasciando che gli eventi maturino e sopportando fino all’estremo limite della sopportazione gli atteggiamenti equivoci di Zog. Nel febbraio del 1939 Zog dette palesi se- (1) Cfr. testo e commenti nel mio lav. Le costituzioni degli Stati dell’Europa orientale, volume I, Roma, 1931, pp. 3 segg. Cfr. doc. 25. 184