L’ A l b a n i a no fatte delle trattative a spese dell’Albania, ma non ebbere seguito, e che il riconoscimento de iure rimaneva acquisito a quel paese, che non ha mai perduto il carattere di Stato, avendo conservato sempre lo Statuto del 1914 (1). L’Assemblea non divise tale opinione, ma, prescindendo dalla questione giuridica, prospettò il problema come una questione di opportunità politica, e benché ritenesse che l’Albania non fosse Stato riconosciuto de iure, ne approvò l’ammissione nella Lega con 35 voti su 35 e 7 astenuti. Il delegato italiano on. Schanzer dichiarò in tale occasion esplicitamente che l’Italia era per la teoria più liberale e dava il suo cordiale assenso all’ammissione nella Lega dell’Albania (2). Da tale decisione emerge dunque implicitamente che l’Assemblea non ritenne che (1) La mozione di Lord Robert Cecil dice: Dopo l’esame del rapporto della Commissione n. 8 relativo all’ammissione dell’Albania nella Società, l’assemblea : 1. dichiara che le nazionalità somiglianti a quella dell’Albania hanno diritto ad un’esistenza indipendente se tale è il loro desiderio; 2. è d’avviso che l’Albania è uno Stato nel senso indicato dall’art. 1 del Patto, e che essa si è conformata alle disposizioni dell’articolo suddetto; 3. decide di ammettere l’Albania come membro della Società. (2) Cfr. Documenti raccolti da Sabatini e Lo-recchio nel fase. 4° Albania, Roma, 1921 (pubbl. del giornale Nazione Albanese). 104