L’accordo di Tirana indipendenza dell’Albania, perché questa indipendenza è una delle maggiori garanzie per la libertà dell’Adriatico, sulla sponda orientale del quale è nostro interesse avere un popolo amico. Ciò che egli si proponeva era quindi il ritorno alla politica tradizionale dell’Italia nei riguardi dell’Albania. Già tra l’Italia e la defunta monarchia austro-ungarica vi era l’intesa di non intervenire in Albania, e quando il Montenegro occupò Scutari, fili fu in omaggio a questa intesa, così dall’Italia come dall’Austria, imposto di abbandonarlo (1). Su tali direttive si fonda l’accordo di Tirana. Con esso l’Italia sgombra Valona e si (1) Nelle Memorie della mia vita, II, pagg. 569-671 (Milano, 1922), l’on Giolitti spiega ampiamente i motivi che lo indussero ad abbandonare l’Albania e Valona. In sostanza egli dice che « nel le nuove condizioni sortite dalla guerra europea l’interesse nostro era che l’Albania fosse autonoma e nessuno potesse insediarsi nelle sue coste e nei suoi porti, sicuri che l’Albania non avrebbe mai avuta una flotta che potesse essere una minaccia alle nostre coste ed alla nostra libertà di traffico in questo mare... In caso di guerra se noi fossimo i più forti in mare non avremmo bisogno di Valona: se noi fossimo i più deboli, non potendo difenderla e rifornirla per mare, saremmo stato costretti ad abbandonarla... Ciò che veramente ci interessa è che Valona non possa costituire una base di operazioni contro di noi, questo scopo è raggiunto con l’occupazione dell’iso-lotto di Sasseno, che sta all’imboccatura della baia stessa ». 97