Le trattative diplomatiche 1) rinnovava l’offerta fatta con nota 8 novembre di accordare ai jugoslavi facoltà di libero transito nel territorio albanese, mettendo a loro disposizione il porto di San Giovanni di Medua e la ferrovia che ivi deve far capo. In aggiunta consentiva a titolo di garenzia un controllo temporaneo internazionale sullo sfruttamento di detta linea e del porto, rifiutando però qualsiasi ingerenza diretta o indiretta dei jugoslavi nella costruzione e nell’esercizio della ferrovia e negli affari politici ed economici. 2) per la protezione delle minoranze ortodosse albanesi nell’Epiro del nord, sollevata dalla Grecia, si dichiarava pronta ad assicurare i benefici di un’autonomia comunale. 3) per quanto concerneva le preoccupazioni dell’Italia circa la sua sicurezza nell’Adriatico si dichiarava disposta a presentare alla Conferenza, a voce o in iscritto, una formula di accordo che, dandole le garanzie che essa desiderava in proposito, tenga conto dei diritti sovrani dell’Albania sulla città di Valona e su tutto il suo hinterland. Il 3 gennaio 1920 la Delegazione italiana rispose al memorandum degli alleati del 9 dicembre, accedendo al loro desiderio e cercando di regolare nel miglior modo possibile la situazione dell’Albania. 83