L’opera di Zog gni di ostilità, facendo gettare nelle prigioni gli albanesi che riteneva colpevoli di amicizia per l’Italia. Li rilasciò dopo un secco scatto del Governo italiano e nel mese successivo dichiarò di voler addivenire ad un più forte patto di alleanza. Mentre le sue proposte erano allo studio, chiese improvvisamente l’invio di truppe italiane in Albania. La proposta fu respinta, in quanto sembrò che celasse un oscuro disegno di tentare un’avventura contro la Jugoslavia. Frattanto il Governo italiano presentò a Zog un nuovo patto di alleanza, che si basava sempre sul mantenimento dell’indipendenza dell’Albania. Egli chiese tempo per studiarlo e frattanto concentrò forze a Tirana e sul Muti, mentre dava sfogo, con l’aiuto e la promessa di impunità, agli eccitatori, a manifestazioni minacciose contro fili italiani residenti in Albania, onde fu necessario ritirarli sulle navi da guerra (5 aprile), lasciando a Tirana soltanto il personale della Legazione e quei pochi che si erano offerti di presidiarla. Appariva pertanto inevitabile un ultimo tentativo di aprir gli occhi a Zog e Mussolini lo fece compiere dal ministro plenipotenziario a Tirana, facendo far presente che non era stato egli a chiedere una modifica dei rapporti fra i due Paesi, ma, dal momento che era stata sollevata, doveva 13. - Giannini. 185