3Q0 ix — l’f.piro sconquassate di tutto l’Oriente. Ma insomma, buona o cattiva, è una strada, e in regioni dove non vi sono ferrovie, è già qualche cosa. I touristes che visitano l’Albania, e ai quali non interessa gran che la costa albanese da Santi Quaranta a Prevesa, sbarcano in quest’ultima città e si recano a Jannina seguendo questa strada e impiegandovi dalle diciotto alle venti ore divise in due tappe. Generalmente seguono invece l’altra strada, un po’ più lunga, da Jannina a Santi Quaranta, nel ritorno al mare. La si percorre ugualmente in due tappe, passando la notte e riposando alla meglio in qualche modesto casolare, dove però se non si è pensato a premunirsi portando qualche cosa, e se non ci si sente di rassegnarsi a cibi assolutamente impossibili per il nostro palato, v’è tutto il rischio di rimanere completamente a digiuno per 24 ore. Con questo itinerario si passa attraverso a parecchi dei punti più pittoreschi della Bassa Albania ed anche fra i più interessanti tanto per la storia antica che per la letteratura greca. Jannina, la quale deve il suo nome al suo Patrono San Giovanni, e della cui fondazione non si è potuto stabilire con esattezza la data, sorge in una posizione splendida, non solo dal punto di vista pittoresco ma anche da quello strategico. Posta nel centro della regione, essa è da tempo immemorabile la città prin cipale della Bassa Albania. La sua popolazione è di circa 25 mila abitanti, dei quali 12 mila ortodossi, in gran parte rimasti di sentimenti ellenici— come lo han mostrato ancora recentemente nel modo col quale hanno accolto il nuovo Console Rumeno — di 7 od 8 mila mussulmani e di pochi cattolici. Il rimanente