260 VI — SCOTANI F. II. SUO I.AGO gliere a quelle popolazioni la sconfinata libertà di cui godono e di assoggettare ad una legge gente che non ne ha mai riconosciuta alcuna, si seguono col più vivo interesse tutti i passi che la Porta fa.... per ostacolare l’applicazione delle Riforme. Gli albanesi sentono che se le Riforme potessero essere veramente applicate ai confini del loro paese, non tarderebbe il giorno in cui alle Potenze verrebbe voglia di applicarle anche ad essi. E da questo punto di vista sono ben contenti che i due Commissari Civili e il Generale De Giorgia incontrino ogni giorno nuove difficoltà sul loro cammino. In Turchia si cercherebbero indarno quei famosi circoli politici che fanno tanto comodo ai nostri cor rispondenti dalla Capitale per accreditare una notizia; non vi sono giornali per informare il pubblico nem meno nel modo più vago, e in quanto a quelli esteri, l’introduzione ne è vieteta con tanta severità, che ve li tolgono di tasca alla dogana, se non avete con voi un cavas o un rappresentante del vostro Consolato pronto a difendervi. Ma nei piccoli gruppi, che in ogni paese, si occupano di politica, le notizie, sebbene in ritardo, si sanno lo stesso Nell’Alta Albania, prima e meglio che altrove, poiché molti dei principali capi, veri feudatari i quali non riconoscono nel Sultano altro che un diritto di alta sovranità, ma che si reputano indipendenti, si mantengono in corrispondenza segreta col Palazzo... Parola questa che si pronunzia sempre in Turchia con una certa intonazione di mistero, e con la quale si suole significare il potere centrale, composto del Sultano e di tutti coloro i quali, godendo della sua fiducia e coprendo alte cariche intorno a lui, possono esercitare influenza.