ÌXt Prrfftt,- 4 W*ii/r>’ 39 E nemmeno lui! Anxi a questo proposito non i mancata la nota comica, almeno lecooJo quanto raccontarono in quei giorni, in tutti i caffè «li Roma, gli amici dell’« Presidente del Consiglio. L*aa. /.anardelli aveva gii stabilito di richiamare il Tittoni dalla l*re(cttura di Napoli, dove si trovava a disagio, fino dall'epoca dell'in chiesta SareJo. A fona di volere essere amico di tutti, aveva finito per disgustar* tutti Aveva commetto, come c del resto nel suo carattere, parecchie leggerexae, e non aveva piè alcuna autorità. Che a Homa non fossero contenti di lui. lo aveva subodorato da parecchio, per cui. quando ricevette il telegramma, col quale lo ai chiamava alla Capitale, si immaginò subito fosse per cominciare dal fargli capire che Napoli non era più aria confacente per lui. Arrivò da Giolitti tutto preoccupato, dimesso.... e si «enti invece offrire il portafoglio degli Esteri. Naturalmente noci ebbe la menoma esitazione e la sua nomina fu stabilita. Cosicché mentre per gli altri portafogli vi fu. durante la crisi, la solita ridda di nomi, per quello degli Esteri appena annunciato l’arrivo dcH’oo. Tìttooi a Roma, non ne furono più fatti altri. Il che foce subito nascere la leggenda fecondo la quale tale nomina sarebbe stata imposta da MìiV.4. Non so «e abbia finito per crederlo anche Con. Tit-toni, ma certamente ne sono profondamente convinti gli amici suoi e coloro che gli stanno d’intorno i quali vanno spesso ripetendo che il Tittoni non é un Mioittro come gii altri perché fu scelto personalmente dal Re il quale desiderava di avere un uomo fidato. Non vi é nulla di peggio che gli amici. . o i su-