466 X —• DALMAZIA - ISTRIA - TRIESTE come se i patti della nostra alleanza ci vietassero persino di discutere dei nostri più vitali interessi, mentre nessuna di queste considerazioni afferma e nemmeno contiene in quei limiti che pur sarebbero doverosi la propaganda della idea pangermanica incoraggiata e sostenuta apertamente anche dal mondo ufficiale? Il secolo scorso è stato il secolo delle nazionalità, ma già negli ultimi anni suoi, e dopo che tante nazionalità s’erano ricostituite ed ebbero ripreso vigore si disegnava all’ orizzonte un’ altra lotta, che forse sarà la catteristica di questo secolo ventesimo; la lotta delle razze che cercano di soverchiarsi l’una con l’altra — e non in Europa soltanto. E non è chi non veda come la razza germanica miri alla egemonia in Europa, e come vagheggi il sogno d’una ricostituzione del Sacro Romano Impero naturalmente con mutate e con più moderne forme, ma con l’antico concetto dell’ Impero Universale o per lo meno del suo assoluto primato. Sono ben strane e caratteristiche a questo proposito le parole che il geniale imperatore tedesco promulgava nell’ottobre del 1900 posando la prima pietra del museo romano a Salisburgo. Alludendo al Castello dei cavalieri dell’Ordine Teutonico a Mariemburg così diceva : — Allo stesso modo che all’est della monarchia, il maniero colossale dei cavalieri che propagarono nel tempo andato la civiltà germanica al di là del confine, ricostituito per ordine dell’imperatore Federico III, è simile alla fenice che risorge dalle sue ceneri, si erge sulla cima di questo seducente Thaurus il vecchio castello romano. Esso fu testimonio della potenza romana, fu un anello