Croati ed italiani 439 testa del movimento politico, era più facile raccogliere dati ed informazioni sui tentativi che a un certo punto parvero anzi assumere il carattere di vere e proprie trattative per un’accordo fra italiani e croati, delle quali tanto s’è parlato negli ultimi mesi dello scorso anno e che ha determinato anche nella nostra stampa un vivo movimento di simpatie verso la causa croata. Un movimento, certo non gradito a Vienna perchè determinato sopratutto dal desiderio di opporsi e di resistere ai tentativi di germanizzazione da parte del Governo, ebbe principio con un discorso audacissimo, pronunziato alla Dieta dall’on. Trumbich, che ebbe un eco profonda in tutto l’impero poiché sembrò dover essere il punto di partenza di una situazione nuova. « L’introduzione del tedesco — egli disse — negli uffici, non ha qui nessuna ragione di essere. 11 popolo unanime vi si oppone. Noi abbiamo interesse a por fine ai dissensi che invano travagliano e consumano questo paese. Pei bisogni della nostra coltura adotteremo in avvenire, come abbiamo fatto in passato, la lingua italiana, che non ci ha snazionalizzati finora e non ci snazionalizzerà in avvenire. Io stesso ho formata la mia educazione coll’ italiano, senza punto cessare d’essere slavo. E’ un fatto che qui si parla l’italiano. Nè si può impedire che chi lo parla desideri che sia rispettato il proprio idioma. La lotta fra italiani e croati è lotta di confine, non lotta per l’esistenza. Sarebbe deplorevole se non avessimo tanta maturità politica da risolvere fra noi questa questione della lingua. « Il mare Adriatico deve afiratellare croati e italiani. E io spero che la grande nazione italiana vorrà glorificare ora i croati, come li maledi nel ’48, figli disgraziatissimi, combattenti in Italia a loro danno e a loro vergogna (fragorosissimi applausi) ».