// Vice-Consolato d’Italia 305 fluenza. Però siamo sempre nel vilayet di Scutari. Non v’é alcun pericolo, ma è sempre una buona precauzione.... E poi se accadesse qualche cosa ad un Console vestito come un semplice mortale, cioè senza il berretto, e non preceduto dal cavas con tutti i suoi pistoloni, l’autorità turca cercherebbe subito di declinare ogni responsabilità, dicendo che non l’hanno riconosciuto e che nessuno poteva immaginare fosse un Console. La sede del nostro Consolato, è posta in una palazzina abbastanza elegante, e addobbata con un certo gusto, scelta dal primo titolare e nella quale ha sede anche il nostro ufficio postale: quell’ufficio che, va a sapere in base a quale regolamento, aveva rifiutato proprio in quei giorni ad un inglese della moneta italiana, in pagamento di francobolli italiani, con su l’effigie di S. M. il Re d’Italia. Quell’inglese non sapendo darsi ragione di una tale stranezza, protestò vivamente contro il nostro ufficio, dicendo a quei poveri impiegati che quel loro rifiuto era assoluta-mente un'offesa al senso comune. Indispettito si recò all'ufficio postale austriaco, e con sua grande sorpresa constatò che ivi accettavano senza alcuna difficoltà la moneta italiana rifiutata dal nostro, per comperare dei francobolli con l’effigie di Sua Maestà l’imperatore Francesco Giuseppe 1 Povero Console 1 Quando gli riferirono la cosa andò su tutte le furie, scrisse a Roma perchè provvedessero subito onde evitare il ripetersi di questi incidenti. Ma intanto, siccome è assai probabile che per avere una risposta, e per modificare nientemeno che un regolamento, ci sia voluto chi sa quanto tempo, il Console ha dovuto finire per prendere su di sè qualunque re