/ veneziani a Vallona 32S poco tempo si sia cominciato a pensare ai pericoli che ne minacciano da quella parte, a comprendere come quel punto in mano di un' altra Potenza che non sia la Turchia sarebbe una perenne minaccia per noi, e vorrebbe dire, a più o meno lunga scadenza, la nostra completa esclusione dall’Adriatico. Da quel mare, cioè, che nelle carte di qualche secolo fa si chiamava il Golfo di Venezia 1 L’importanza di Vallona era stata ben compresa da Venezia, la quale sostenne lotte sanguinose per mantenervisi. L’avevano guernita di mura e circondata da forti che dominavano tutta la baia, e se ora a Vallona e ne’ suoi dintorni le rovine di coleste antiche costruzioni veneziane sono meno abbondanti che in qualche altro punto della costa albanese, ciò è dovuto al fatto che, conoscendone assai bene l’importanza, prima di abbandonat e la piazza, essi fecero saltare in aria tutte le sue opere di difesa. Tuttavia rimangono ancora in piedi, e relativamente assai bene conservate, le mura dell’antico castello, a poca distanza dalla città attuale; la facciata di un antico palazzo veneziano, in una delle vie meno frequentate e nel quale vi sono ora delle luride botteghe, e qualche altro avanzo. Ma più ancora che in queste rovine, il ricordo dell’epoca gloriosa della Repubblica è vivo nei nomi delle città e dei paesi, e nella lingua nostra, tuttora la più diffusa, che è sempre la lingua del commercio della quale fanno uso gli albanesi della costa, a qualunque religione appartengano. La carta dello Stato Maggiore austriaco — l’unica che esista dell’Albania su grande scala — a primo aspetto, sembra la carta di una regione italiana, poiché, tranne qualche nome