La nostra Legazione a Cettigne 20Q di mano ferroviario — ciò che mi procurò parecchi articoli agro-dolci della stampa viennese — i nostri uomini politici e nemmeno il Governo han mostrato di comprenderne tutta l'importanza. E si che il nostro nuovo Ministro a Cettigne, il marchese Cusani,il quale in quei giorni fu testimonio del modo col quale il colpo di mano — non si saprebbe proprio chiamarlo altrimenti — era stato organizzato, non deve aver mancato di insistervi tanto nei suoi telegrammi, come dopo quando si recò in Italia. Data la straordinaria attività spiegata dal vicino Impero, la carica del Ministro italiano al Montenegro non è davvero una sinecura, e, francamente, c’è da rallegrarsi che finalmente abbiano pensato a man dare un diplomatico giovane, considerato fra i migliori e che — cosa che non guasta in un diplomatico, ed a Cettigne è forse più necessaria che altrove — sa rappresentare assai bene il proprio paese anche dal Iato, dirò cosi, della mondanità. Non era possibile, era anzi indecoroso che per l’appunto nella patria della nostra Regina, la Legazione d’Italia fosse sotto tutti gli aspetti, non dirò la meno ricca o la meno elegante, ma addirittura la più meschina. Disgraziatamente, malgrado tutta la sua buona volontà, nemmeno il marchese Cusani-Confalonieri ha mutato né può mutare le cose da un momento all'altro. Della assoluta necessità di provvedere alla costruzione di una residenza per la legazione — specialmente dopo che sono sorti i palazzi delle Legazioni d’Austria e di Russia — re ne è finalmente accorto anche il nostro Governo, il quale, fino da due anni fa, ha presentato il progetto di legge per i fondi necessari. Ma per due anni è stato nostro Ministro a Cettigne