W> Il — TUtNtTOMQ t>l OCCVTiUWm • sniaco-erztijovcsc. chc sia tale, da poter avere per • risultato, la pacìticazione durevole di queste provinole • c impedire il ripeter*! di avvenimenti chc hanno • fatto correre cosi gravi pericoli alla pace dell’Europa • e creato all’Austria-Unghcria, — imponendole gravi • -acritici e gravi perdite materiali, — una situazione • intollerabile die non può consentire si prolunghi « più oltre. * Secondo quanto era 'iato certamente stabilito prima, appena finita questa dichiarazione, s’alzò il IMenipo-tenurìo Ingleae dicendo non esservi che una sola via d'uscita, nella questione della Bosnia e dell* Erzegovina : la loro occupazione per rimettervi l’ordine, da parte di una Potenza in grado di sopportare le spese e i sacrifici necessari, troppo gravi per l'impero turco: rAustria-Ungheria. Tutti i rappresentanti assentirono, o non fecero obbiezioni. Solo quelli dell'Italia affacciarono timidamente qualche osservazione... Ma. purtroppo, a quell'epoca. la attuazione politica economica e militare del nostro Paetc. non era tale, per cui potessero avere un gran peso le parole dei suoi rappresentanti. Stabilito e accettato il principio, ai trattava di trovare la formola per non urtare troppe suscettibilità e mantenere, almeno nominalmente la Sovranità del Suliano. E ne venne fuori quel celebre articolo *9 col quale viene dato il mandato all’Austria di ocra-tJ ammtmjirart le due provincie. senza specificare. ne il tempo pel quale dovrà durare I*occupazione, ne come, o quando, dovranno essere restituite al Sultana L'indecisione, la dicitura *at^ dclTartkulo. fu ad arte voluta, onde mascherare l'annessione. Nel modo col quale l'articolo c redatto si vede chiaro