476 XI • GL' ERRORI DELI.A NOSTRA POLITICA in avanti dell’Austria e anche di un intervento in Serbia è tutt’altro che da escludersi, ed aggiunge: «Mi si potrà obiettare che un’ingerenza diretta del Governo Austro-Ungarico in Serbia incontrerebbe 1’ opposizione armata della Russia. Ma dii mi assicura che all’ultimo momento, Austria-Ungheria e Russia seguendo la ¡oro tradizionale politica, non si intenderebbero amichevolmente per regolare la reciproca loro posizione nella Penisola dei Balcani ? Non fu già un'altra volta, dopo il Congresso di Berlino, ventilato fra Vienna e Pietroburgo il progetto di uno spariimento della rispettiva sfera d’azione nella Penisola? « Accennando quindi a un discorso pronunziato dal conte Kalnoky, il quale aveva dichiarato che l’Austria non aspira a novelli acquisti, il Galvagna dice che vi è però un altro uomo di stato meno circospetto: ed è il Kallai, Ministro per la Bosnia-Erzegovina. Il Kallai, in un discorso pronunziato all’Accademia delle Scienze di Pest, e nel quale aleggia dalla prima parola all’ultima lo spirito di predominio nei Balcani, aveva detto in quello stesso volger di tempo : « Il pensiero di Andrassy era che la Monarchia Austro Ungherese non doveva aiutare la costituzione di Stati che poi, per la loro affinità potessero in un dato momento voltarsi contro di noi. Per evitare questo pericolo dovevamo avere un’ingerenza diretta negli affari orientali e prendere un posto importante nella Penisola Balcanica Il titolo di possesso della Bosnia era per l’Andrassy di mediocre importanza. Importante era che noi prendessimo posizione di tatto nei Balcani ». La nota del Galvagna così conclude: * Dice il Regio Ambasciatore a Vienna u Parlo naturalmente delle intenzioni presenti deU’Austria-Ungheria.