Mancanza di misura 507 tato di quello che abbiamo avuto fino ad ora, cioè di farci trovar male con tutti. E’ evidente per esempio che la Germania non si è preoccupata in questo periodo di tempo della sua alleata l’Italia, lasciando fosse messa completamente in disparte dall’accordo Austro-Russo nella Questione Balcanica. Questo accordo noi abbiamo potuto ignorarlo fino al momento in cui fu apertamente proclamato, ma ci vuol poco a capire come, data la posizione delia Germania e le relazioni sue con l’Austria e la Russia in Europa, esso non si sarebbe concluso se non ci fosse stata la sua adesione tacita o manifesta. Della impressione prodotta a Berlino per le feste di Parigi e pei brindisi si ebbe notizie dal nostro Governo, e- ci sarebbe stato il desiderio di non ricadere negli stessi errori, sebbene più di forma che di sostanza. Ma anche i nuovi Ministri, in occasione della visita di Loubet al Re, si lasciarono trascinare dall’ambiente — e forse anche dall’Amba-sciatore di Francia, il signor Barrère, sempre pronto a combattere a colpi di spillo la Triplice, largo di promesse, abilissimo nel saper prendere gli uomini politici per la vanità, e che ricordando di aver cominciato la sua carriera nella stampa, sa servirsene abilmente, mandando in visibilio i nostri uomini politici con delle mezze colonne di elogi sui giornali di Parigi — e ricaddero ancora in quella mancanza di misura che tanto aveva urtato la suscettibilità dell’imperatore, l’anno prima. A Roma e a Napoli i due brindisi militari andarono troppo in là.... Parvero atti impulsivi di Guglielmo II la sua partenza improvvisa dall’Italia ove si era indugiato visitando le nostre coste, la disinvoltura con la quale, all’ultimo