— Veda dunque — esclamava giustamente il conte Foscari, ripetendo quelle parole in una sua brillante conferenza su codeste questioni —qual tesoro l’Italia ha lasciato inoperoso non dotando Venezia di contatti regolari e continui con quei paesi, aggiungendovi il doppio danno di averlo lasciato sfruttare da chi, senza chiedere testamento o procura, si è fatto riconoscere come il nostro erede! Tra poco il Parlamento sarà chiamato a discutere la nuova legge sulle convenzioni marittime. Dall'esito di quella discussione, dal modo con cui le nuove convenzioni saranno formulate, può dipendere in gran parte il nostro avvenire commerciale sull'Adriatico, e quindi anche quello politico, che ormai le due cose non vanno mai disgiunte. Guai se con la nuova legge il Parlamento rassodasse il monopolio di una sola Società, e quindi, come si è visto, la supremazia incontestata della marina austriaca ncH’Adriatico!