432 X — DAI.MAZIA - ISTRIA - TRIESTE Europa per la loro tragica fine, e per quel grido di Viva l'Italia che proruppe dai loro petti anche di fronte alla morte!... Lasciato il forte Georges siamo ritornati sui nostri passi per recarci a vedere i forti dall’altra parte lino alla punta opposta dove sorge su un’altura il forte Wellington, e giù, quasi al mare, il piccolo cimitero inglese, dove furono seppelliti i morti della battaglia del 1811, e l’anno dopo anche il comandante Charles Handsome, morto nel combattimento fra il Virtuos e il Rivoli vicino a Venezia. Dopo lo scontro il Virtuos appoggiò a Lissa per dare sepoltura alla salma del valoroso marinaio. Lì a pochi passi dal cimitero, sotto il forte ora smantellato e anch’esso completamente abbandonato come tutti gli altri, sorge in riva al mare, mezzo nascosta fra gli alberi, la graziosa villetta del Podestà di Lissa: e non è improbabile che presto qualche altra villa possa sorgere anche più su dove c’è ancora la fortezza, e che anche il forte venga destinato a qualche uso tutt'altro che bellico. A mezza strada fra la città e la punta ove sorge il forte Wellington è stata già trasformata in una casa di ricovero la caserma annessa una volta al forte della batteria Madonna, la batteria che il giorno prima della battaglia lottò contro la Formidabile arrivata fin quasi in porto, al comando del Saint Bon, ma la cui artiglieria non tirava con troppa esattezza per cui il forte non fu danneggiato. In generale sono i conventi che diventano caserme: qui è accaduto l’opposto. E dove una volta era un continuo viavai d’armi e d’armati ora le buone suore confortano, con la fede, e con le assidue cure che solo esse sanno prodigare agli infe-