La morte di AI) Pascià di Jannina 395 questo, a Costantinopoli si decisero ad agire contro di lui, e parecchi Pascià con ingenti forze ricevettero l’ordine di muovere contro il ribelle. Per due anni egli si difese valorosamente in Jannina, e forse le forze ottomane avrebbero dovuto lottare dell'altro se il loro comandante non avesse ricorso al tradimento. Kurchid Pascià lo invitò ad una conferenza. Ali credendo si trattasse realmente di proposte di pace vi andò, accompagnato da una debole scorta. Ma quando fu alla presenza di Kurchid, questi gli mostrò l’ordine di ucciderlo ricevuto dal Sultano Mahmoud. Immediatamente gli ufficiali del seguito del Pascià e i soldati che a questo scopo erano stati appiattati li vicino si slanciarono su Ali, lo uccisero e ne mandarono subito la testa a Costantinopoli. Secondo l’altra versione, quella più generalmente accettata in Albania, Ali, aderendo all’invito di una delle sue donne da lui amata con predilezione, si sarebbe recato per vederla nel convento di Sotiras dove essa si era rifugiata durante l’assedio. Là, sarebbe stato assassinato dagli emissari del Sultano, ai quali questa donna 10 avrebbe venduto. L’attuale Pascià di Jannina non è sanguinario come 11 suo lontano predecessore, nè pensa certamente a ribellarsi alla Porta. E’ anzi devotissimo al Sultano e crede in buona fede di servire gli interessi del Padiscià, combattendo in tutti i modi, d’accordo coi greci, il risveglio della nazionalità albanese, e non dissimulando la sua poca simpatia per gl’italiani. E’ lui l'alto funzionario turco che non avendo visto di buon occhio l'istituzione del nostro ufficio postale a Jannina. nei primi tempi, aveva disposto un servizio di sorveglianza per cui gli albanesi non osavano ap-