392 ix — l'epiro che ancora oggi, visitando l’Epiro, ad ogni momento si sente proferire il suo nome, e ad ogni passo s’incontrano le traccie o i ricordi delle sue gesta e dell’epoca in cui egli ne fu il vero signore. Nato verso il 1747 a Tebelen presso i monti di Klisura, fu fin da bambino eccitato da sua madre alla ribellione, per vendicare il padre che dalle autorità ottomane era stato spogliato dal titolo di Bey di Tebelen ereditario nella sua famiglia e delle risorse annesse a tale grado. A sedici anni quando il padre morì, raccolta intorno a sè una banda di montanari al par di lui arditi e bellicosi, fuggì sulle montagne, vivendo della vita dei Klepti. Con questo nome, com’è noto, nella Grecia settentrionale e nell’Epiro, vengono designati precisamente questi guerrieri della montagna. La parola Klepto è sinonimo di armatolo sebbene, in generale, con quest’ultimo nome siano sempre stati designati quei Klepti coi quali il Governo ottomano è venuto a patti, concedendo loro d'organizzarsi in bande armate. A causa precisamente degli armatoli tutta questa regione fu sempre preda dell’anarchia, specialmente dal diciassettesimo secolo in poi, tanto che i Pascià furono talvolta obbligati persino a pagar loro una specie di tributo, onde evitare le stragi che sovente facevano fra le popolazioni del piano. Quando VHetaria preparò l’insurrezione Ellenica si rivolse per aiuto ai Klepti i quali potevano disporre di parecchie migliaia di armati. Essi hanno avuto una gran parte nelle guerre per la indipendenza, e dalle loro file sono usciti parecchi degli eroi di quelle lotte. Anche Ali di Tebelen al quale era riuscito di avere sotto ai suoi ordini delle forze considerevoli, offrì a