Le aiuole in una antica batteria 433 lici, ai derelitti, ai poveri ammalati e ai vecchi ivi ricoverati. Ho voluto salire a fare una visita anche a questo Pio Istituto sul quale però han lasciato ancora scritto come prima, e naturalmente in italiano Batteria Madonna, per cui, fino a quando non vi viene incontro qualche monaca, tutto potreste immaginare tranne di essere in una casa di ricovero. E dopo avere percorso tutte le sale e i dormitori, passando su di una ringhiera che ancora oggi, come forse nel 1866, la riunisce al caseggiato, sono andato sulla spianata dove era la batteria; ma qui ora dove circa quarantanni fa luccicavano al sole degli strumenti di guerra, vi sono invece dei fiori coltivati con amorosa cura dai vecchi ricoverati. Otto piattaforme sulle quali erano collocati i cannoni che si facevano girare per dirigere il fuoco contro le navi nemiche, sono state convertite da queste buone suore in altrettante aiuole. All’esterno però e ad una certa distanza, venendo dal mare o uscendo dalla baia, tanto la Casa di Ricovero come la spianata della batteria, conservano ancora tutto il loro carattere militare. Sullo stesso Jason che mi aveva condotto la sera prima a Lissa, ne ripartii l’indomani nelle ore del pomeriggio, e mentre il battello sfilava per l’appunto a poca distanza dalla Batteria Madonna, dopo aver lasciato dietro se il cimitero austriaco, e passava quindi dinanzi al cimitero inglese, io pensavo me-lanconicamente ai nostri morti di Lissa cui furono tomba le fredde profondità del marei Pensavo che mentre il soldato di terra, cada sul suolo della patria o sul suolo nemico, è sempre certo di avere onorata sepoltura, dove i suoi potranno andare a piangere e