nuociti ad nneiKft il rufax J/ tf/u ttr S 'fu ¿.fornir. Ma maofnma, grazie alla cortesia di parecchi amid. qualche soffietto di qui e di li. riusci a farlo pacare. Ciò chc non era poavibilc ottenere. malgrado tutta la buona volonti degli amici, era di avere un pubblico c che delle persone francesi di qualche noto* ritti, »acritica«ero la loro aerata per andare a acntire. al di li della Senna, l’on Baccelli diworrerc.. della Poesia dei Cidi. K la confcretua, di aaaai mediocre interesse. fu letta in famiglia, dmanti a un certo numero di persone della Colonia Italiana, a capo della quale »'era il Conte Tomidli enn tutto il personale dcll’Amba sciata. intervenuto ai capisce, per dovere di cortesia. Ma ri fotte poca o molta gente cosa importar a > Ciò chc premerà era di poter mandare in Italia a un certo numero di giornali amici, un bel teledramma, constatando, il grande aucccsao avuto dall* illustre letterato. (1 lavoro veramente »erio per il con ferro .nere, cominciò a conferenza finita, con la redazione di tutti questi teledrammi, nei quali ebbe «opratutto cura di far risaltare che aveva parlato alfa Sorbona, come se questo fosse un altissimo onore, coooomo soltanto alle persone veramente illustri. Ora. chiunque abbia un professore il quale, moralmente. garantisca che II coofcrcnsirre non diri proprio ddic sciocche«* troppo grosse, e purché paghi un piccolo diritto per l'illuminazione e per il servigio del bidello, può leggere una confarmi* in qualche aula delta Sor bona. Ma non tutti lo «anno in (ulta. K un bel telegramma col resoconto della conferetua tenuta alfa Sortoti*. ta sempre il mio e (Tetto sugli ingenui. _ Tuttociò. a primo aspetto, patri sembrare del pet-