$0 I — II. MINISI ».un (IlOU MFAK1 t-STKKI cui non c più possibile improvvisare da un giorno all'altro degli Ambasciatori : nè l’ambiente di Corte ai presta più come una volta al reclutamento dei diplomatici. L'essere sialo a Corte, come suol dirsi, ac certamente può essere una buona cosa e giovare a un diplomatico, non è di per se solo un titolo sufficiente per designare a tale carica, sebbene, anche in casi non lontani, esso sia «tato I’ unico criterio per qualche scelta. Come del resto, non credo che ormai, tranne in circostanze speciali, c solo nel caso di competenze riconosciute, i generali sicno i più indicati per coprire le alte cariche diplomatiche. E nel caso di ragioni speciali che possono determinare tali «celta — come ve ne furono per esempio quando il generale Ferrerò fu inviato a Londra forse sarebbe opportuno che la loro missione ctsu<*e subito, appena esaurito il compito pel quale furono mandati. Col rimanere dopo, e per qualche anno a Londra, il Ferrerò non ha certamente menomato la sua fama di illustre scienziato, per la quale era stato accolto cosi Min [vétte.» niente nei circoli inglesi, ma sarebbe molto ardito l'affermare abbia consolidato quella del diplomatico. Non vi furono invece ragioni speciali per l'invio del (.anta a Berlino, all'infuori, secondo quanto si disse allora, del desiderio manifestato dall'imperatore di avete un generale come rappresentante dell’ Italia predio di sé, E* naturalmente aaaai difficile il sapere che cosa vi possa esser stato di vero in quella voce e ce mai. tono a qual punto è giunta l'insistenza dell’ Imperatole, In ogni modo, non ai può a meno di notare che. mentre l'Italia con una costitnaiooc liberale e eoo governi parlamentari, cootioua