526 XI - OLI ERRORI DELLA NOSTRA POLITICA rità diventi ancora più grande. Non solo perchè la voce dei deboli non essendo mai ascoltata, nulla facendo in questo senso, ci si avvicrebbe sicuramente a un altro disastro come lo furono per noi le deliberazioni palesi ed occulte del Congresso di Berlino, al quale ci siamo presentati per 1’ appunto mentre abolivamo il macinato, rinunziando ad ogni idea di aumentare le nostre forze militari; ma perchè è questa disuguaglianza una delle ragioni che rendono difficile una intesa con la nostra alleata. Si discute e si tratta male quando da una parte si sa e si sente di essere molto più forti, e dall’altra non sono possibili illusioni sulla propria debolezza... Che da due o tre anni - anche a parte i nuovi crediti domandati — l’Austria-Ungheria abbia spinto i suoi armamenti con una grande attività di pari passo con la costruzione di linee strategiche, nessuno ignora. Nei giorni che ho passato nelle sue piazze militari, ho potuto facilmente convincermene, giacché tutte le misure e le disposizioni che si riferiscono alla pos sibilità di un’azione militare vengono date senza alcun mistero e sono da tutti conosciute. Vi è una parola nel linguaggio militare tedesco la cui traduzione significa presso a poco: mobilitazione permanente. Orbene, l’Austria si trova da più di due anni in questo stato, al quale corrisponde l’attività dei cantieri. Quando sono capitato a Pola, parecchi mesi fa, nell'ufficialità di Marina si parlava senza reticenza della prossima guerra con l’Italia e si ripetevano a questo proposito le parole che sarebbero state dette da un ammiraglio, che cioè l’Austria dovrebbe fare come i giapponesi ed aver tutto pronto per fare un colpo di mano su Venezia nel momento stesso della dichiarazione di guerra.