L’illuminazione di Vallona 369 l'azione loro, in Italia e laggiù, sarebbe più efficace se talvolta non sembrasse troppo ispirata, da qualche tempo a questa parte specialmente, alla candidatura cui abbiamo alluso. Forse è più che altro una questione di nuances. Gli albanesi d’Italia certo non me ne vorranno se pei supremi interessi che stanno tanto a cuore, a loro come a noi, ho creduto di dover toccare anche un argomento così delicato. Del quale mi fu parlato — e in questo senso — in vari paesi dell’Albania ed anche a Vallona dove, come ho detto, il Kaimakan vede rosso ogni qualvolta sente nominare l'Aladro Castriota e gli italiani, i quali, secondo lui, ne sono i principali sostenitori. Forse se pensasse un po’ meno a queste cose potrebbe occuparsi un po’ di più della città, dove, per quello che riguarda la viabilità, la pulizia, la illuminazione, si seguitano a fare dei passi indietro anziché migliorare. Non so se anche a Vallona la popolazione paghi, come a Durazzo, una tassa speciale per la pulizia e l’illuminazione. Ma credo di sì. Ed è una bella ironia! Malgrado da qualche anno sia grandemente aumentato il movimento del porto, che ha ormai undici o dodici approdi regolari di vapori per settimana, oltre a quelli di un certo numero di velieri, siamo in pieno regresso. Ho già detto come senza le miniere di Selenitza non vi sarebbe nemmeno la gettata costruita da qualche anno. Aggiungo ora che di sera non vi è nemmeno un fanale nella strada che conduce allo scalo, e quando fa buio non è facile arrivarci. Una volta, qualche anno fa, ve ne erano due o tre se non altro per indicare i punti nei quali si sprofonda nella sabbia. Ma, non si sa come, sono scomparsi. In città poi i fanali sono cinque o sei al