Per rispondere a una minaccia 201 vero lasciare più alcun dubbio, e — se, all’ ultimo momento tutto fu sospeso — ciò non è stato dovuto alla diplomazia, nè all’intervento delle Grandi Potenze, ma forse unicamente alla condotta energica di un piccolo paese, ed alla certezza che gravissime complicazioni sarebbero sorte dalla resistenza che avrebbero opposto i due popoli serbi indipendenti, decisi a giuocare tutto per tutto. Per alcuni giorni il mondo diplomatico della piccola capitale montenegrina fu in grande apprensione. L’intesa più completa e la perfetta identità di vedute fra i due sovrani serbi parve inoltre rendere più grave il pericolo. Questa intesa si era manifestata in modo pa lese colla presenza a Cettigne di un colonnello serbo mandato da Re Pietro, onde partecipare ufficialmente allo Suocero la sua assunzione al trono. Certo la fantasia — e in un piccolo paese come Cettigne più che altrove — corre facilmente quando vi è di mezzo il sentimento patriottico: ma nessuno si poteva ingannare sul significato delle cortesie prodigate, specialmente dal mondo militare, all'inviato di Re Pietro. La fantasia corre, e fra le cose, accettate in quei giorni come Vangelo, si narra di un discorso che il Ministro Russo a Cettigne avrebbe avuto con qualche alto personaggio e cot Principe stesso per tastare, come suol dirsi, il terreno, e sapere come si sarebbe contenuto il Montenegro, qualora le truppe austriache si fossero spinte un po’ più innanzi, dato il perìcolo dell'insurrezione in Macedonia, soltanto — egli diceva — per misura precauzionale.. E dopo aver fatto parlare il rappresentante dello Czar, r’é stato anche chi ha creduto di conoscere la M