358 Vili - VALLONA E IL SUO GOLFO qualche capo albanese che comincia a vagheggiare l’idea di servirsi di coloni italiani. Ho sentito parlare di queste intenzioni di alcuni capi albanesi, a Vallona. Ma a Durazzo me ne aveva già tenuto parola un vecchio piemontese, un antico fattore del conte Maffei recatosi in Albania appunto per trattare con alcuni signori albanesi, e vedere se era possibile concludere qualche cosa in questo senso. Gli italiani di Vallona esercitano quasi tutti piccoli mestieri e vivono generalmente riuniti nello stesso quartiere. fe veramente doloroso che paesi a così breve distanza dalle nostre coste, sieno cosi poco conosciuti da noi Ci vanno pochissimo anche i cacciatori italiani, mentre sono relativamente abbastanza numerosi gli inglesi, i tedeschi ed anche i francesi, i quali sanno come l’Albania, sotto l’aspetto cinegetico, sia un vero Eldorado. La selvaggina, vi è abbondantissima, e per chi è abituato nella civile Europa a fare giornate intere di cammino per portare a casa talvolta qualche magro passerotto, le cifre che rappresentano ciò che si può prendere laggiù in poche ore hanno qualche cosa di favoloso. A parte una brigata di cacciatori leccesi la quale suol recarvisi ogni anno, si contano sulle dita gli italiani che vi càpitano per la caccia. Fra quei pochi noto il marchese Carrega da Firenze, il conte Malacari e il conte Masetti da Ancona, il Casalis figlio dell'antico prefetto di Torino, e veramente non si capisce come essi non sieno riusciti ad invogliare altri, che in Albania troverebbero ottime accoglienze e — pur di avere qualche precauzione e di seguire i consigli dei nostri Consoli — potrebbero percorrerla in lungo ed in largo senza alcun pericolo