506 XI - GLI ERRORI DELLA NOSTRA POLITICA tedesco in Oriente, dove del resto la loro azione economica è già coordinata. Di ciò sono una prova luminosa, fra i molti altri argomenti, le tariffe cumulative e di favore concordate fra le ferrovie austriache e tedesche neil’Impero Ottomano, il Lloyd Austriaco e la Deutsch Levante Line. Dunque dal lato della convenienza materiale — e si sa oramai qual parte predominante essa eserciti ora nella condotta politica delle Nazioni — la Germania non aveva ragione alcuna di essere con noi. Poteva per un interesse politico, nell’ intento di cementare vieppiù la Triplice, adoperarsi a togliere attriti, a conciliare fin dove è possibile le aspirazioni delle sue due alleate. Ma quella tale politica nostra così caratteristicamente definita col paragone del conte di Bulow, non era precisamente ciò che ci voleva per incoraggiarla in questa via. Lo scambio di visite fra il nostro Re e il Presidente della Repubblica Francese, ha dato luogo a dimostrazioni grandiose che furono interpretate un po’ anche come dimostrazioni contro la Triplice. Qualche imprudenza vi fu anche da parte di uomini di Governo e in alcune manifestazioni ufficiali. I brindisi di Parigi e specialmente quello militare, fecero una certa impressione a Berlino, dove fu osservato che si potevano dire le stesse cose, senza dimenticare completamente che l’Italia, e quindi il suo esercito, è alleato ad altri eserciti... Io sono tutt’ altro che un entusiasta della Triplice, ma fino a che esiste, credo che la politica in partita doppia — e non voglio escludere con questo che si possono avere amicizie ed anche accordi al-l’infuori dell’alleanza come l'Austria e la Russia ne hanno dato l’esempio — non possa dare altro resul-