All'entrata dell'Adriatico 323 vasta insenatura. Le alture dell’isola di Sassenò sulla quale la Turchia lascia, da chi sa quanto tempo, qualche cannone inservibile, l’altezza dei monti Acro-cerauni - gl’infami scogli della poesia classica - che su quella striscia di terra a guisa di un immenso molo si stendono fino al capo Linguetta fanno subito comprendere anche ai profani come costruendovi fortificazioni moderne, il golfo o rada o baia — tanto sulle carte che nel linguaggio abituale è indicata indifferentemente con questi tre nomi — di Vallona possa diventare una formidabile difesa in mano di una potenza europea, e come una flotta con questa base di operazione nel canale di Otranto all’entrata cioè dell’Adriatico, possa facilmente assicurarsi il dominio di questo mare. Due anni fa quando, finalmente, ci si decise a far vedere di nuovo le nostre navi nell’Adriatico dove non comparivano più da anni, e la squadra rimase ancorata per qualche tempo a Vallona, una torpediniera andava ogni giorno a ritirare la posta a Brindisi, impiegando qualche cosa meno di cinque ore tra andata e ritorno. Evidentemente si recava a Brindisi, perchè essendo questa città sul percorso di treni diretti, si poteva avere più presto la corrispondenza: ma Brindisi non è il punto della costa più vicino. Otranto non è che a quaranta miglia e vi si può andare in uno spazio di tempo ancora più breve. Basta accennare a tale circostanza e dare un'occhiata alla carta, dalla quale si vede^subito come per l'appunto dal breve tratto di mare che separa queste due città, si entri nell’Adriatico, per comprendere l’importanza di Vallona. Vallona è assolutamente la chiave dell’Adriatico; ed è veramente doloroso che solo da