aa i — il xwtMTjm nrr.l i Ari «hi che a questo sentimento, più che agli intere»»! del Paese, ai »in ispirato il Precidente del Consiglio del tempo, lasciando per parecchi mesi la Consuita senxa titolare, proprio nel momento in cui la rivolta divampava in tutta la Macedonia, e non pareva possibile si riuscisse ancora ad evitare complicazioni. Tanto più necessario sembra il discutere anche delle persone che, dal banco dei Ministri come uomini politici, o dal loro ufficio come funzionari, danno l'indiriaso alla nostra politica, inquanioche sono, per l'appunto, alla incapacità e alla deficenaa loro, in gran parte dovuti, i nostri ripetuti insuccessi. Anche i repubblicani, i socialisti, e in genere i partiti avanzati, nelle cui mani hanno abdicato il controllo della cosa pubblica i palliti costituzionali e conservatori — non ai spiega per quale ragione — non se ne occupano, c s’arrestano quando si tratta di toccare il Ministero degli Esteri. Ci c voluto una dira grossa, come quella relativa alle indennità Cinesi, liquidate al nostro antico Ministro a Pechino, perché uno di loro prendesse la parola, e solleva*»« un incidente. Ma dopo tutto, il Mirabdlo é stato lasciato solo.o quasi, e nessuno ha creduto mettesse il cooto di insistervi seriamente. Eppure, *e vi é Ministero, nei quale si fa alici;ra-mcntc spreco dei fondi — c non parlo qui dei tjtb cinesi, ma di denaro dell’ erano — è proprio quello degli Esteri. I giornali avanzati che. a volte, erapiooo lunghe colonne e sollevano le pia »traci polemiche, per una piccola grstibcaziooc «fi due o trecento lire conce»* ad un funzionano, ignorano, o paiono ignorare. tutti gli atti dì Urontuqw. tutte le ingiustizie compiute nefl'Aairoìtmtrtzfnoc degli Esteri, dove U