La piazza dei Signori 4«9 esso è altresì un libro istruttivo e di lettura piacevolissima. È tanto più necessario di avere fra le mani una buona guida inquantochè non è spio il Baedeker a togliere importanza a tutto ciò che sa d’italiano o di latino nelle città della Dalmazia. Vi sono guide tedesche le quali, mostrando di credere a occhi chiusi alle statistiche ufficiali compilate, per quello che riguarda la popolazione, con preconcetti politici, affermano — tanto per citare un esempio — che a Spalato, città di circa 16 mila abitanti, gli italiani non sono più di 2 mila! Ora, pur troppo, è certo, che la lingua italiana a Spalato, è un po’ meno parlata di una volta, grazie ai mezzi adoperati dalla propaganda croata. In una osteria dove mi sono fermato salendo sulla cima del monte Mariano per godere della splendida vista della città e del mare che circonda la penisola su cui Spalato sorge, quando ho chiesto in italiano il conto a una ragazza che mi serviva, ho capito benissimo come nel rispondermi con insistenza in croato, essa obbediva ad un ordine. Difatti quando finalmente si decise a parlare italiano si guardò intorno come per essere ben sicura che non vi era nessuno per coglierla in fallo. Mi ha fatto un certo effetto, — salvo errore non vi era qualche anno fa, l’ultima volta che fui a Spalato — una targhetta con su scritto Pia^a God-sposka, la traduzione cioè di Pia^a dei Signori, denominazione che in italiano evoca un lungo periodo storico, l’attaccamento a Venezia e tutte le tradizioni insomma della città, mentre in croato vuol proprio dire un bel nulla: come del resto non vorrebbe dir nulla in qualunque altra lingua. Cosa significherebbe