CWlAv il ftih/i,t 37 hanno a questo mondo, c«l è di carattere un po' vivace. Ma nessuno può negargli nè l'ingegno nè la va*u cultura per la quale anche fuori d'Italia è considerato come uno degli uomini che più onorano il nostro Paese Naturalmente, più di una volta, gli capitò di dire senta troppi preamboli la propria opinione, dimostrando come non fosae possibile eseguire un ordine o una disposinone data dal Ministero. Per questo ebbe sempre contro di aè, unto II Ministro, come 1 gròt bonntti del Ministero, i quali non ammettono — e per di più ndl'ultimo arrivato, come essi dicono, di dii non ha fatto la carriera li dentro, — delle vellriti di indipendenza. Se il Princtti f«w*c rimasto aveva rìì bello e subitilo di costringere il senatore Bodio ad andarsene, l/on. I ntoni, incoraggiato dagli atti iunaionari di cui «opra ha pensato lui a conJurre a compimento il Uroro iniziato dal suo predecessore. K adesso si t alla ricerca di qualche funzionario remissivo. il quale non dia ombra a quelli del Ministero e che, »opratutto, non si opponga, quando dal Ministero si domanda al Commissariato di affidare ddlc mnasoni, o un incarico ben retribuito, a qualche protetto... Ndl'ambieatc dd Ministero, l'on. Prinetti aveva, come tà t detto, qualche attenuante. Ma gli è che la voce grossa non la fcsccva saiunto li dentro, ed io ricordo il giorno od quale, con una degan*« di locuzione molto dubbia, a Montecitorio. dal banco dei Ministri. vli«c che ddla questione di San Gerolamo sulla quale qualcuno lo interrogava o alla quale ai faceva allusione • ne atera piene le lasche. » E nella Camera neaeuno fiatò e trovò a che ridire sulla forma— molto disinvolta con cui il Ministro «i conteneva .lituiti alla Kappresenunza ddla Nazione.