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egli non dice mai dì no. Il no. i un monosiUabo astutamente cancellato dal «uo dixi<-n*rìo Ansi il suo primo movimento, è sempre quello di approvare. Poi. pian piano, fa qualche timida o**erra»ooe, accenna alle dlfàcolti che potrebbero sorgere, con Parìa di arvertire il Mini«lro come é «uo dovete, e ti ni »oc •petto col persuaderlo a fare tutto l'opposto, avendo cura ben inteso di di«» irmi la re la propria inisiativa cosi bene, che. spesso. il Ministro, in perfetta buona fede, tmiwe con l'cjnere convinto di averne tutto il merito...
  Figurarsi quando <ii capita ira k mani un Mini* »tro come il Tittoni completamente ignaro di tutto, il quale ha bisogno ¡(l'indichino, a chi deve la »eia re delle carte di vi*iu, a chi deve rendere la viti la. e che caaca dalie nuvole, quando, dopo uscito dalla «ua •tanca un Ambasciatore, «ente che bisogna % cibali* cane il colloqui” e mettere la piccola nota i 1 archino...
  Per questi uomini di Stato — il Bonghi con una frase (dice li chiamò una volta 1 radazzi di Stato —
il	Malvanoi addirittura la prov«idenju. Egli è sempre
li	pronta, col telegramma da mandare, eoo la nota in porte preparata — e magari, col brìndisi che Sua KoecQctua deve (are al pranzo per fanno nuovo, per il genetliaco di Sua Macai, o per qual.be altra ncorretua. \ Trttooi capitò per l'appunto uno di questi prsnei, quasi »ubilo, appena nominalo. Il fare un brindi«« non è cma molto difficile, per chi ha appena un po' I* abitudine di parlare, ma in un ambiente come quello dei Capi Missione non si tratta già di (are l'oratore. Vi è una specie di formula* rio «tabditn dal quak im si può dipartirsi. Ed ecco
il	Malvano il quale vedendo il Ministro pernierà».