Discorrendo delle Riforme 257 del Montenegro. Pel Montenegro e il Consolato più importante e non è davvero una sinecura per chi ne e il titolare. In questa qualità ho trovato a Scutari un antico e caro amico, il comm. Ramadanovich che fu per molti anni Segretario particolare di S. A. R. il Principe del Montenegro, disimpegnando nel tempo stesso le funzioni di Segretario Generale al Ministero degli Esteri col Vucovich. Data la competenza del Console Leoni su tutte le questioni d'Oriente, si può facilmente immaginare come sieno state per me piacevoli ed interessanti le lunghe conversazioni avute con lui. Forse è appunto per questa sua conoscenza deU’ambiente, che mi c parso molto scettico circa il risultato delle riforme. Dico mi é parso, perchè, vincolato dal riserbo impostogli dalla sua posizione, e dal quale non ho cercato di farlo uscire, egli non mi ha detto nel vero senso della parola quale sia la opinione sua. É una mia impressione. Ma d'altra parte è uno scetticismo che ho trovato dappertutto e sempre in tutte le persone che hanno passato qualche tempo in Turchia. Ma i turchi non sarebbero più turchi, se le accettassero veramente e fossero in buona fede quando dicono di volerle applicare!'. Quante volte ho sentito ripetere queste parole! Il turco non può ammettere che un cristiano, che l'odiato giaurro, abbia diritti pari ai suoi. Glielo impedisce la sua religione, lo stesso Corano che è la legge della sua vita e che in parecchi punti comanda al vero credente di combattere e di esterminare i cristiani ovunque li (rovi. Accade quindi che. malgrado tutte le riforme, e anche quando, apparentemente, esse hanno un principio di esecuzione, la sostanza