1^2 111 — UAL NARENTA A CATTARO grò vennero dati agli erzegovesi nella grande rivolta del 1892, domata a prezzo di grandi sacrifici, e soltanto dopo aver mobilizzato parecchie divisioni. La città di Cattaro è tutta cinta da mura, e le sue porte, ad eccezione soltanto di quella alla Marina, si chiudono alle nove di sera. Di notte, le sentinelle dànno di quando in quando il grido di «all’erta», e tutto tende a far credere, a chi vi càpita per la prima volta, che si sia in ¡stato di guerra dichiarata o poco meno. E’ a Cattaro che nello scorso aprile avvenne il grave incidente a bordo del Moffetta, del quale si occuparono per parecchio tempo tutti i giornali, e che accadde, vedi ironia del caso, proprio il giorno stesso del convegno di Abbazia, quando il nostro Ministro degli Esteri era in colloquio col conte Goluchoschy I Dopo aver toccato Ancona, Spalato e Gravosa, giungeva nel porto di Cattaro e si ormeggiava alla banchina dove vi é il pubblico passeggio lungo la marina, il vapore Moffetta della società Puglia, comandato dal capitano Domenico Milella. Il capitano del porto invitò il Milella a permettere ai gendarmi austriaci di visitare il piroscafo. Il Milella, attenendosi alle istruzioni del console di Zara, rispose di permettere la visita ai gendarmi, purché disarmati, essendo la nave suolo italiano. Il capitano della gendarmeria ordinò di non far scendere i passeggici! e fece poi piantonare il piroscafo. Il capitano del porto ritornava poco dopo fra i gendarmi armati. Il capitano Milella chiese allora una dilazione per telegrafare alle autorità italiane, ma gli fu negata. Il capitano del porto, senza più parole, dicendo solo di volere il passo libero, fece spianare i fucili