Una gita a Lissa 423 Regno triunitario, dicono loro gl’italiani, cosa vi deve importare di una guerra e di una battaglia nella quale il vostro sentimento nazionale non ebbe nulla a che vedere, e nella quale avete combattuto quasi come soldati di una provincia conquistata? Ma tutto il mondo governativo, i funzionari dello Stato che in questa condiscendenza vedrebbero una diminuzione di quel sentimento di loyalty che fu per tanto tempo ed è ancora in molti posti la caratteristica dell’elemento croato, fa ogni sforzo perchè nemmeno su tale speciale questione l’intesa sia possibile. Sono stato varie volte a Spalato in questi ultimi anni, e per quanto ne avessi vivo desiderio, ora per per una circostanza, ora per un’altra, avevo dovuto sempre rinunziare a fare una gita a quella fatale isola di Lissa, dinanzi alla quale s’infranse la fortuna d’Italia, da pochi anni risorta a dignità di nazione. Le comunicazioni dell'isola con la costa non sono nè molto facili nè molto frequenti. Solo una volta alla settimana gli itinerari dei battelli sono combinati in modo da rendere possibile questa gita in un paio di giorni ; partendo cioè da Spalato verso le quattro o le cinque e ritornando a Spalato l’indomani verso sera. Questa volta deciso a non lasciare la Dalmazia senza esser stato a Lissa, ho aspettato a Spalato il mercoledì, e alle cinque ero a bordo del Jason, uno dei vapori della compagnia Topich, che lasciando Spalato a quell’ora, avrebbe dovuto depormi a Lissa verso le nove. Cioè ad un’ora ancora possibile per pranzare col dottor Dojmi, che alcune gentili persone di Spalato avevano avuto la cortesia di prevenire del mio arrivo con un telegramma. Ma il Jason aveva quel giorno una quantità enorme di casse da caricare,