256 VI — SCUTARI F. IL SUO LAC.O rierc all’ufficio di S. Giovanni di Medua, lo manda a ritirare e, fa distribuire le lettere dai rara.«. Intanto al Consolato Austro-Ungarico avevano adibito prima una, poi due stanze a questo servizio, organizzando, in sostanza, un vero e proprio ufficio postale. Invece di protestare, di lamentarsene,© di ostacolare la cosa presso le autorità, il nostro Console mostrò di non occuparsene affatto: di trovare anzi la cosa naturalissima. Intanto si stava a vedere... O la Turchia protestava e si opponeva, e non v’era ragione di urtarsi anche noi — inutilmente — cercando di fare subito altrettanto; o la Turchia lasciava fare — ed allora sarebbe rimasto stabilito un precedente.... che avremmo potuto invocare. Così avvenne. Fortunatamente, al nostro Ministero delle Poste capirono l’utilità e il vantaggio di istituire 1’ ufficio. E fu creato assai rapidamente. La Turchia non poteva negare a noi ciò che aveva permesso a un’altra Potenza. Sopratutto se si pensa come, malgrado si sia tanto parlato di decreti o firmuni del Sultano per permettere l’apertura di tali uffici, essi esistono, non già in virtù di un atto qualunque che li riconosca ufficialmente, ma solo perche è stato tacitamente convenuto che la Turchia finga di ignorarne l’esistenza I... Basta questo incidente a spiegare — e ce n’è d’avanzo — come di quando in quando, la stampa di Vienna e di Pest sì scagli contro l’attività del Console Italiano di Scutari, e come il suo collega Austro-Ungarico cerchi sempre, quando può, di con trastargli ¡1 terreno. L’Austria-Ungheria, al pari di noi, ha a Scutari un Console Generale, mentre la Russia è rappresentata soltanto da un Vice Console. Vi sono inoltre altri due Consoli: quello di Grecia e quello