La Ih'tnia t f Rntgrrin* Meriftalt Ri Il che non vuol punto dire le popolazioni sor* nette al dominio turco non paghino le tasse c spesso Mai gravose per la costruzione di «traile... chc non si fanno mai Nella Bosnia, «otto la dominazione ottomana, avveniva, prcci«amcnte. quanto accade ora in Macedonia — e non «oto per la questione delle strade... Anzi le condizioni di quelle popolazioni cri* stiane erano forse ancora peggiori. poiché, oltre al dover lottare contro la rapacità dei funzionari «Idia Sublime Porta, erano taglieggiate e spogliate anche dai loro bey e dagli aga ; gli antichi nobili, i feudatari d'un tempo i quali, convertitisi all' ¡damiamo, all'epoca della conquista per conservare i loro privilegi — come sempre accade degli apostati — al sono poi mostrati più fonatici e più crudeli dei musulmani di origine turca. Non altrimenti è seguito in Albania. Fu la rivolta di queste popolazioni cristiane, scop piata nel 1875. in Erzegovina, ed estesasi rapidamente in gran parte della Penisola Balcanica, che fini col provocare la grande guerra Huwo-Turca nella quale gli eserciti Vittorio«! dello Czar arrivarono fin sotto le mura di CoaUntinopoli. Ma La Russia, pur imponendo alla vinta Turchia, le dure condizioni di pace del trattato di Santo Stefano, le abbandonò alla Iona aorte. Con quel trattato, com'é noto, veniva «laccato dall'impero Ottomano quasi tutta la Turchia d’Europa; ma ai lasciava al Sultano il nlavct di Co«tsntioo-poli, Adriaoapoii. l’Albania — e la Botnia con l'Eroego-vina. La Russia preoccupata «opratutto di creare una granJc Bulgaria, dal Danubio all' Egeo non si preoccupò molto dei Serbi della Botnia e deH'Erze-gonna. Del resto si era mostrata, ¿»patta a sa* cnficarli completamente fino dal pnocipto della cam-