Uh harem ia ferrovia 129 spesso in nero, il che dà loro un'aria lugubre, portano altresi una specie di cappuccio ugualmente nero, della foggia di quello delle nostre monache, che ne nasconde completamente il capo. Partendo da Mestar onde recarmi a Metkovich, mi e accaduto di viaggiare in uno scompartimento nel quale, ad una stazione o due dopo Mo-star, aveva preso posto un turco con la sua famiglia: due donne col capo coperto a quel modo, che avrebbero potuto essere le sue due mo gli, e un bambino che una di esse teneva fra le braccia. Appena salito sul treno, il turco, certamente un pezzo grosso, a giudicare dagli os sequi delle persone venute ad accompagnarlo, non credendo bastasse nemmeno il modo con cui erano coperte, ad occultarle allo sguardo dei pro fani. fece tirare la tenda con Namluu di MoMar. |a qUa|c s¡ divide in due lo scompartimento quando' i viaggiatori vogliono dormire. organizando cosi una specie di harem anche nel ristretto spazio di uno scompartimento ferroviario. Ho saputo poco dopo come quel mio compagno di viaggio fosse un alto dignitario del culto mussulmano, e come, in questa sua qualità, si senta in dovere di dare l’esempio di osservare più rigida-