Le minarne di un suddito inglese 247 me la più piccola piastra di bacscish, vi sbagliate, lo passo lo stesso, e se mi toccate un capello ricordatevi che sono inglese e che il mio Governo saprà vendicarmi e mandare a Costantinopoli delle buone corazzate! E se ne va via dritto, passando sotto il naso agli ufficiali, con un passo tragicomico, che ci fa sorridere tutti quanti. Costantinopoli... corazzate... Quelle due parole hanno avuto un effetto magico sull’animo di quei poveri ufficiali, i quali sanno come realmente un reclamo fatto a Costantinopoli — a parte le corazzate — può aver per risultato la loro destituzione o peggio. Quanto al proprietario del Danila, il quale, come ho detto, è un maltese, naturalmente, é andato un po' troppo in là. Però fa sempre una grande impressione il vedere la sicurezza, la convinzione assoluta, che il suddito inglese, in qualunque parte del mondo si trovi, ha sempre di essere protetto dalle autorità del suo paese Scutari, la vera città, é a due o tre chilometri dallo scalo. Bisogna quindi prendere una carrozza e farcisi condurre. Ma appena oltrepassata la casa della dogana e usciti sulla piazza, dove tranquillamente pascolavano alcuni animali, non vediamo che due sole carrozze sgangherate con cavalli che non si sa come stieno in piedi tanto sono magri. Scelgo quella che mi pare la meno peggio, e ci si incammina, fra le grida del cocchiere il quale spera di persuadere a quel modo i cavalli ad andare un pò* più presto, e il vociare di una decina di pezzenti i quali circondano la carrozza chiedendo l'elemosina. Fatti pochi passi si rompe la tirella di uno dei cavalli. Io m'impaziento e faccio