442 X — DALMAZIA - ISTRIA - TRIESTE a malincuore si è lasciato trascinare. Infine il Governo ha contrastato con tutte le forze di cui può disporre — e sono molte in Dalmazia come in tutti i paesi i quali non hanno di per sé grandi risorse — tuttociò che direttamente o indirettamente a questo movimento avrebbe potuto giovare. Per cui al primo momento di entusiasmo seguì una grande perplessità. A farlo apposta è venuta anche la guerra nel-l’Estremo Oriente a dividere nuovamente gli animi. I croati sono naturalmente pei russi come slavi, mentre una gran parte degl’italiani di Dalmazia — come è accaduto anche per molti italiani del Regno — si sono lasciati trascinare a un esagerato entusiasmo per il Giappone, senza pensare che più la Russia uscirà indebolita da questa lotta, più sarà grave la nostra posizione nella Penisola Balcanica di fronte alle aspirazioni non dissimulate dall’Austria per l’Albania. Vi fu di nuovo, a proposito delle notizie della guerra e del modo diverso col quale furono commentate, qualche scena spiacevole fra italiani e croati. Il Dalmata, l’organo riconosciuto del partito autonomo, parecchi mesi fa, e appunto dopo una di queste scene, pubblicò un articolo molto opportuno nel quale diceva che le manifestazioni di simpatia dei nippofili non avrebbero mai dovuto eccedere in guisa da ferire la suscettibilità di tutto un popolo « con cui vogliamo lealmente intenderci, compenetrati dal dolore che deve provare tale popolo in presenza di sventure le quali toccano a chi di questo popolo è quasi fratello ». Altro fatto che contribuì moltissimo a rendere difficili le trattative e la possibilità di concretare qualche cosa è stata l’entrata in scèna di Ricciotti Gari-