Ij» gregnaA* Jtltrm. iUctr/fi 31 o. peggio ancora, scrivendo, ha poi mostrato di non conoacere nemmeno le norionì rudimentali di quella «denta geografica aimSoleggiata dal famoso mappa* mondo. Ha fatto il giro —unto per citar« un «tempio — di tutti gli uffici della Consulta, prima ancora di eaaerc «pedita. la copia di una aua lettera mandala alla I-egaaione di Belgrado. U quale aveva accennato alla opportunità di rirtaMlirc il vice consolato di Niadi, ritti nella quale allora I sovrani Serbi riaiedevano una gran parte ddl'anno. e dove sono rapprcacntafe l'Au«trii e la Kua*ta. L'oo. Baveri li. fon una grande «icumera rispose personal mente, non reputare opportuno la creaùooc di tale Consolati) « giacché ai sarebbe potuto facilmente estendere (ino a questa cuti la giuriadisionc del Consolato di Monastir ». L'on. Baccelli, a parte il (alto che da Mona »tir a Ni «eh ri tono circa 48 ore di viaggio e chc quindi ri ai va mollo più presto da II' Italia, non sapeva — e fbr«c non sa nemmeno ora — che Monastir c io Turchia, mentre Niach i in Serbia ! Del resto, a proposito di geografa, 1 ministeri ri assomigliano— e paiono (arsi una cuncorrenia spietata per il rtcarj drillgnoranaa. Mentre era Ministro aU‘A< ricottura l'oo. Baccelli padre, sono partite dal palano della Stamperia delle lettere con quoto indi-rum: é!lè Cmrrj Jt fjommtrcéo di Turni* 'Algeria . I n vecchio e valnroso pubblicista, il quale ha vissuto a lungo nell'Africa Mediterranea, e che per amie-gocci*» i in condurioni di potersi render conto meglio di chiunque altro della penosa imprecatone prodotta nella nostra Colonia da simili cote, i andato personalmente al Mmbtro per raccomandare., un po' più di attenzione. La palma però finora spetta sem-