fio I — Il MIVISTRHO !>EfiI.l AFEAK! ESTERI discor»» alla Camera era egli pure un uomo nuovo ed inesperto Anche il Prmetti quando dovette redigere alcune note riferendosi a precedenti, fini per essere costretto di rivolgersi al Malvano. Oh Dio! Non ci vuole una scienza trascendentale per redigere una nota diplomatica, ii una cosa che s'impara come tante altre. Ne convengo. Ma siccome non è, nè al catte Aragno, nè alla Prefettura di Napoli, che un uomo politico può colmare questa lacuna nella sua istruzione, si capisce, come diventato Ministro, debba rivolgersi, a coloro che possono insegnare, ed evitar loro di fare delle figure. Insamma, dopo pochi mesi, dovendo scegliere fra l>c-Martino e Malvano, malgrado l'antica amicizia i'on De-Martino fu sacrificato e se ne dovette andare. PtTChè il Malvano, il quale per temperamento, è un uomo senta rancori, che va d'accordo, come si è visto anche con chi è stato magari brutale contro di lui. ha un'odio aolo. costante, implacabile— c impersonale: il Sotto Segretario di Stato. Chiunque occupi questa carici», egli lo considera come un usurpatore. e quindi deve — o andarsene, come ha fatto il De Martino o rassegnarsi ad essere una macchina da lirniare... le cose di poca importanza. Quanto al Ministro, bo gii detto, con che arte meravigliosa finisce per costringerlo a ricorrere a lui Ndl'impadronirsene poi, a poco a poco, ha una abilità veramente diplomatica, dinanzi alla quale è ben difficile non capitolare. Per un po' dì tempo egli lo osserva». Ila come l'aria di studiare il suo so/getto; ma poi pian piano, fin»*ce per trovare il modo con cui de re agire, e allora 4 sicuro del fatto suo. Intanto qua lunquc corbelleria ¡1 Ministro dica o dia ordine di fare