La protesta dei cattolici al Papa 339 Non avendo ricevuto risposta nè a questa petizione nè ad altre, i cattolici tennero nei giorni festivi — e senza entrare in chiesa — varie adunanze. Il Console Austriaco irritato, protestò presso il Vali per tali adunanze, quasi avessero un carattere poco meno che sovversivo. Il Vali mandò a chiamare i capi; ma questi gli domandarono se poteva loro permettere di tenere le loro riunioni davanti alla moschea, per fargli ben comprendere come in tali adunanze nulla si diceva contro l’autorità. Il Vali sorrise e non diè alla cosa altro seguito. Ma i cattolici dichiararono allora che non solo non sarebbero più entrati in Chiesa fino a che non fosse ritornato il loro Pastore — ma, aggiunsero anche, fino a che rimarrà qui il signor Rappaport. Da Roma si mandò allora persona con l’incarico di vedere come stavano veramente le cose. Ma questo inviato, scelto d’accordo col Governo Austro-Ungarico nella persona di un frate croato, era la meno adatta al difficile incarico e le cose peggiorarono..... Se non venite in Chiesa — disse una volta — ho dal Papa 1' autorità di lanciare la scomunica contro di voi. — Facci vedere la lettera — gli risposero subito — con la quale il Papa ti dà il diritto di maledire dei buoni cattolici i quali altro non chiedono se non il ritorno del loro Pastore. La situazione diventò più grave che mai. Non solo non avevano voluto andare in Chiesa nemmeno pel giorno di Pasqua, e vi erano bambini nati in quei pochi mesi i quali non erano stati battezzati, ma il movimento di protesta con tali manifestazioni antireligiose si era propagato in altri paesi minacciando di